Resoconto
sentimentale della lunga e intensa chiacchierata fatta venerdì 7
aprile con Nora Petzold, studentessa della scuola libertaria Kapriole
di Friburgo.
domanda:
Qual è la cosa più importante che ti ha dato la scuola Kapriole?
riposta:
La cosa più bella che mi ha dato è stata la possibilità di essere
bambina. La mia infanzia è stata lunghissima...sono stata bambina
fino all'anno scorso direi!
Per
essere una che è stata bambina fino a ieri, Nora non ha niente di
infantile o immaturo, anzi. Le sue risposte sono sincere, dirette,
profonde, umili. Il suo percorso a Kapriole è iniziato a sette anni,
dopo una prima elementare poco piacevole in una scuola pubblica
tedesca, ed è continuato fino agli esami della decima classe (16
anni). Nora racconta senza timore di come abbia disimparato a leggere
e a scrivere, di come per quattro, cinque anni non abbia fatto altro
che godere della sua libertà giocando con i suoi amici, correndo nel
parco della scuola. Ad un certo punto con molta naturalità ha
iniziato a frequentare le proposte di scultura, arte, geografia, non
ricorda nemmeno a che età, tanto per dire come il concetto di tempo,
lì morbido e ampio, sia diverso dal nostro, frettoloso e scandito da
traguardi necessari e irrinunciabili.
domanda:
come funziona la scuola libertaria Kapriole?
risposta:
a Kapriole bambini dai 6 ai 16 anni scelgono tutti i giorni come
gestire il loro tempo, se visitando le aule di materia con un adulto
sempre disponibile ad aiutarli nei loro apprendimenti, se andare alle
molte proposte di arte, atelier, lingue, movimento, se fare un corso
di cucina in francese, se giocare liberamente nel parco, se
prepararsi agli esami finali. Tutti si prendono cura della scuola:
all'inizio dell'anno ogni bambino sceglie di quale ambiente prendersi
cura insieme ad altri bambini, ogni giorno, per tutto l'anno.
Chiunque, adulti, ragazzi, bambini, bambini che noi definiremmo
diversi o speciali (con DSA, sindrome di down...) può fare un corso
per diventare MEDIATORE ed essere chiamato dai bambini stessi ad
aiutarli a risolvere i conflitti. In assemblea si discute delle
regole, in tribunale delle conseguenze.
domanda:
qual è la cosa più importante che hai appreso a Kapriole?
risposta:
il rispetto
La
cosa veramente importante, a Kapriole, è il rispetto: rispetto per
le persone, per i materiali, per l'ambiente, per le scelte di
ciascuno. Questo è secondo Nora la più grande caratteristica comune
dei ragazzi che hanno frequentato la Kapriole. Ed è anche la più
grande differenza che sente di avere con i suoi attuali compagni di
classe e docenti. Nora infatti, alla fine del suo percorso a
Kapriole, ha superato gli esami, sa leggere, scrivere, fare
matematica, parla correntemente tre lingue. E ora frequenta un liceo
psico-pedagogico, dove non sopporta la disparità di dignità tra
professori e studenti, la mancanza di passione e di rispetto dei suoi
coetanei, abituati a rispettare le regole solo sotto la minaccia
dell'adulto, e a trasgredirle appena quest'ultimo esce dalla stanza.
domanda:
come è stato il passaggio in una scuola pubblica?
risposta:
i primi tre mesi sono stati molto duri. Ma poi...mi sono abituata...
Sì,
c'è stato un bel colpo allo stomaco al passaggio nella pubblica:
tante informazioni martellate nella testa in poche ore, tanti
compiti, poco rispetto, tanta disuguaglianza, poco interesse reale
per ciò che si sta facendo. Ma il forte contatto con se stessa e la
forza di volontà l'hanno provvista di una resilienza sufficiente ad
affrontare questa nuova sfida.
domanda:
ma i tuoi genitori cosa dicevano nel periodo in cui non facevi niente
a scuola? non ti minacciavano di farti cambiare scuola?
risposta:
a volte si, ma...questa non è una cosa che va bene. I genitori non
devono dire questa cosa ai loro figli perché è come dire...è come
dire che non hanno fiducia in loro.
Questo,
per Nora, è un punto fondamentale. La fiducia. Dare fiducia ai
bambini. Far sentire chiaramente che li si accetta per come sono, che
ci crede in loro.
Amore,
fiducia, rispetto.
Queste
parole ci ha lasciato in dono una bambina diventata ragazza appena un
anno fa, quelle stesse parole che sono scritte nei libri che
affollano i nostri comodini di adulti in ricerca, Korczak,
Montessori, Neill...leggiamole, pensiamole, ascoltiamole, facciamole
germogliare dentro di noi, facciamole diventare carne, occhi, mani,
scintille di vita che si realizza, liberiamole dalla retorica e
proviamo ad esserle, ogni giorno.
Vi
aspettiamo VENERDì 21 APRILE alle ore 18:00 per una chiacchierata
con VERENA PFEIFER, per gettare uno sguardo su un'altra realtà
educativa, la scuola MONTESSORI.COOP!