Quante cose da raccontare! Mesi
intensi, giorni affollati di emozioni, impegno, scoperte. E ora una
febbre inaspettata mi tiene a letto e mi dona un prezioso tempo per
sfogliare i giorni e provare a raccontare. Da dove partire? Non ho
dubbi: dalla Storia che ha bussato alla nostra porta.
A settembre 2015 la Storia si è
presentata da noi, ha bussato con mano gentile e sguardo discreto,
chiedendoci di entrare. Abbiamo aperto la porta come si fa con un
ospite inaspettato, che porta con sé quel po' di imprevedibilità e
profumo d'altrove. La Storia ha il corpo scolpito da migliaia di
cassette di pomodori caricate e scaricate, da case costruite a colpi
di cazzuola. Occhi da lince, sguardo che apprende, mani che parlano
agli animali. Salif è il nostro pezzetto di Storia, entrato nelle
nostre vite sottovoce più di un anno fa. Si è presentato col suo
sorriso e col suo silenzio, gravido di voglia di esistere e di fare,
ha osservato ed in poco tempo è diventato un maestro. Un fratello
maggiore, così lo sentono i bambini.
Dopo mesi di giochi, avventure,
passeggiate i bambini hanno chiesto a Salif di raccontare la sua
storia. Ed così che hanno incontrato la Storia. Niente uomini
primitivi, niente egizi, niente romani...la storia che stiamo
studiando a scuola è quella che racconta del nostro mondo, delle
migrazioni, di paesi lontani che offrono povertà e guerra a chi li
abita, una prospettiva così poco entusiasmante da spingere queste
persone a rischiare la vita in viaggi estenuanti e pericolosi. E così
Salif si è seduto sul tappeto e i bambini hanno fatto cerchio
intorno a lui e hanno ascoltato il viaggio nei gironi infernali della
tratta dei nuovi schiavi. Non ha risparmiato dettagli, nascosto
verità atroci, Salif. I bambini volevano quella verità. Con gli
occhi spalancati hanno viaggiato con lui, sono partiti dal Mali su
una motocicletta, hanno attraversato l'Algeria rischiando di cadere
da un camion sovraffollato, hanno lavato piatti per un anno in Libia
con la paura di essere ammazzati per strada solo perché stranieri.
Sono stati chiusi in prigione e picchiati senza motivo. E poi la
barca, così piccola, così piena, il mare freddo e buio, lo squalo,
la fame e la sete. Gli amici lasciati o persi. Le lingue
incomprensibili degli altri. E poi, finalmente, la marina militare,
la salvezza, la speranza. Le loro piccole voci indignate e incredule
davanti a tanta incomprensibile sofferenza, i loro abbracci forti e
caldi al loro fratello maggiore e maestro. E lì, in quell'instante,
la decisione di accompagnare Salif all'udienza del tribunale, per
sostenerlo. Hanno deciso che la meta della loro prima gita dell'anno
doveva essere quella. Così armati di merenda, fumetti e macchina
fotografica hanno comprato il biglietto dell'autobus e hanno scoperto
cos'è un tribunale.
Hanno aperto i loro zainetti al controllo della
polizia all'ingresso, dicendo candidi che stavano accompagnando il
loro maestro all'udienza. Hanno atteso pazienti sotto gli sguardi
curiosi, divertiti o spazientiti del nugolo di adulti che si
affaccendavano per il palazzo in cerca di soluzioni ai loro problemi.
Hanno portato disegni e lettere scritte da loro e dalle famiglie, per
raccontare la bellezza del percorso fatto insieme a Salif. Hanno
mantenuto la compostezza anche quando la signora Giudice ci ha
cacciato minacciando di chiamare i carabinieri (quanta paura possono
fare otto nanetti?!), anche quando hanno capito che per Salif la
strada della legalità si complicava, anche quando hanno visto nel
suo volto lo sconforto e la paura. Gli hanno tirato su il morale,
abbiamo festeggiato ugualmente con succo di frutta e patatine. E dopo
questa avventura, dopo il racconto della sua storia, hanno cambiato
modo di guardarlo. Ora Salif, per loro, non è più solo un maestro
gentile, un fratello premuroso. E' anche un eroe. Un eroe della
Storia. Come Enea che ha preso suo padre in spalla ed è partito per
scappare da un paese martoriato dalla guerra in cerca di miglior
vita, affrontando un viaggio pericoloso e arrivando sulle coste
laziali, gettando le basi per una nuova Storia. Salif non ha fondato
nessuna capitale, ma ha ricordato ai nostri cuori che non siamo soli
nel nostro orticello, che siamo parte di una Storia più grande di
noi, che non è lontana da noi ma che ci include, e a cui noi diamo
il nostro contributo con le nostre scelte, col nostro atteggiamento
verso gli altri, con quello che decidiamo per la nostra vita. Siamo
tutti collegati, sette miliardi di persone che fanno la Storia.
I bambini si sentono parte della sua
storia ora, si sentono la sua famiglia. E come una famiglia hanno
organizzato per il suo compleanno una festa meravigliosa, preparata
per settimane, con torte, decorazioni, regali, musica... come una
famiglia si preoccupano del suo futuro chiedendo ogni giorno se il
Giudice ha dato o no il permesso per restare. Sono entrati nella
Storia, tenuti per mano dal loro maestro. Salif albero forte, Salif
maestro paziente, Salif fratello maggiore.
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