Piccola intervista per capire meglio il progetto della nuova scuola che partirà a settembre:
" Una scuola che non abbia la pretesa di insegnare ai bambini che cosa debbano essere da grandi, ma abbia la possibilità di far esprimere gli studenti nelle attitudini che sono migliori per loro. Un percorso che esce dagli schemi dell'istruzione ordinaria e che ha visto la nascita di una scuola proprio ad Osimo, con il progetto Serendipità. Per capire meglio che cosa offra questa scuola, abbiamo intervistato Emily Mignanelli.
Con il progetto Serendipità dite di sognare una scuola diversa. Di preciso che idea di scuola avete in testa?
Partiamo con il significato di serendipità. Neologismo che sta ad indicare un fenomeno o emozione, che accade o che si prova nel momento in cui si incappa in qualcosa che non avevamo considerato e che si rivela essere la chiave per la nostra ricerca, qualunque essa sia. Abbiamo deciso di chiamare così questa nuova scuola perché, ad un certo punto, essa si è palesata lungo il nostro cammino, con forza e determinazione, senza che l'avessimo cercata, con un'identità tutta sua che ci ha sorprese e spiazzate. Abbiamo in mente una scuola che permetta agli individui di esprimersi liberamente, di essere ciò che sono, nel tentativo di preservare il più a lungo possibile la loro unicità e irrepetibilità. Tutte le attività didattiche partono da questo principio, che non siamo noi adulti a dover plasmare i bambini, a modificarli per quello che dovrebbero essere, ma aiutarli ad essere quello che loro sono. Compito delle educatrici e degli educatori diventa quello di accompagnare i bambini nella loro crescita, nella maniera meno interventista possibile. Rifiutiamo l'etichetta di insegnanti perché vi è una bella differenza tra l'insegnare e l'apprendere e un apprendimento può dirsi tanto più significativo se parte da una libera scelta frutto di una motivazione personale. Nella nuova scuola il numero dei bambini sarà ridotto e i tempi rallentati, i genitori saranno coinvolti attivamente nel progetto non nella veste di utenti ma di co-responsabili della crescita dei loro figli e della propria, come nucleo familiare inserita all'interno di una comunità. Crediamo nel valore della collettività e della condivisione, come basi della formazione degli individui, adulti e bambini. Altro punto forte del nostro progetto è quello della documentazione intesa come raccolta di dati e di esperienze, affinché "Serendipità" non sia solo una bella esperienza per pochi ma spunto di riflessione per molti (in primis per noi che la vivremo giorno dopo giorno). Affinché sia uno strumento di narrazione e riflessione utile alla costruzione della nostra identità.
Pedagogia montessoriana, libertaria e antiautoritaria. Ce la spiega meglio?
Non basterebbe un saggio per esaurirne l'argomento. Proverò a farne una sintesi. Siamo giunte alla conoscenza e allo studio dei tre filoni pedagogici in maniere molto disparate e in periodi diversi delle nostre vite, ma non abbiamo potuto fare a meno di notare che presentano parecchie zone di connessione: fiducia nel potenziale umano, libera scelta, sostegno all'autonomia e all'autogestione, abolizione del modello adulto-centrico, preservazione della curiosità infantile, educazione sensoriale, stretta connessione con la natura, rispetto dei singoli tempi, importanza dell'ambiente, connessione con il contesto circostante.
Per voler avviare una scuola che sia di rottura con il metodo educativo adottato ad oggi significa che quest'ultimo per voi non funziona. Cosa non va nelle scuole di oggi?
Qui vorremmo precisare un punto molto importante per noi. La scuola che stiamo per aprire non vogliamo si configuri in opposizione alla scuola pubblica, ma come una possibilità. Figlia di maestra, con un figlio che ha girato diverse scuole, e a mia volta maestra di scuola dell'infanzia, ho rilevato problemi e criticità che non sono la sola a vedere: classi numerose, insegnanti spesso "provate" dallo stress quotidiano di dover gestire da sole per la maggior parte della giornata lavorativa tanti bambini, ognuno con le sue complessità e diversità, dando sempre il meglio ma non riuscendo ad arrivare dappertutto. E a rimetterci sono i bambini. Tutto ciò, da madre e da insegnante che stava per entrare nella scuola pubblica, non andava giù. Sentivo che mi sarei resa complice di un sistema nel quale non credevo. Anche io difendo la scuola pubblica ma dobbiamo ammettere che qualcosa si è inceppato. Con la nostra scuola vorremmo costruire un laboratorio permanente di socialità, creatività, crescita, educazione emotiva e culturale. Ci proponiamo con il desiderio di riuscire a creare una sinergia con le scuole del territorio, con la consapevolezza che la verità non risiede in nessun modello educativo ma che solo l'autocritica, la formazione e il confronto continuo ci permetteranno di stare accanto ai bambini che incontreremo nelle nostre scuole senza mai perdere di vista l'obiettivo comune: la crescita armoniosa e serena degli individui che formeranno la società del domani, la definizione della loro identità come frutto di un lavoro interiore profondo e non di adeguamento ai sistemi dominanti, capaci di ascoltare il loro cuore e pensare con la loro mente.
Oggi nasce un casolare ad Osimo dove per alcuni bambini ci sarà un nuovo modo di vivere la scuola. Fra 10 anni come vi vedete?
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