E
così questa giornata è finita.
Questa
domenica fatta di mille ore, di lavoro che non sembra terminare mai,
di liste di cose da fare che si allungano invece di accorciarsi, di
mani, di mani che lavorano, che aiutano, di bocche che sorridono, che
non accennano mai all'ipotesi del fallimento, del noncelafaremomai,
mani che rimboccano maniche, pensieri che si coordinano, e
soprattutto pance, o almeno una pancia, la mia, con quella sensazione
di vuoto, a tratti, e di pieno, di peso, che cos'è, una pietra che
fa affondare? una bomba che sta per esplodere? Cos'è questa
sensazione che mi accompagna oggi? sarà il mio compagno che è
andato a fare un “giretto alla fiera del colombaccio” ed è
tornato con un cane, sarà mio figlio che da una settimana va
all'asilo e mi ha fatto scoprire il lato difficile della maternità,
quello dell'aprire le braccia e lasciare che si perda nella bellezza
del mondo, sarà l'aria di condivisione e buona fatica che si respira
in questo cantiere, o forse è il pensiero di cosa accadrà domani,
in questa piccola scuola raccolta tra i campi, le mille domande che
mi hanno accompagnato in questa estate di studio, di ricerca, la
voglia di far provar ai bambini l'amore per un libro, per la parola,
la parola potente, la parola che libera, la lettura che nutre, la
scrittura che svela, riuscirò a trasmettere loro tutto questo?
eppure sento che ciascuno di loro, ognuno di questi cuccioli preziosi
che domani inizierà il suo percorso a serendipità, troverà la sua
strada: che ciò avvenga dentro le pagine di un libro o arrampicato
su un albero col naso all'insù poco importa. Eppure questa
sensazione non mi abbandona, sono emozionata, trepidante, un nodo si
stringe lì in vita dove paura ed entusiasmo si confondono. Guardo la
scuola, sembra impossibile ma ce l'abbiamo fatta, tutti insieme, mai
come in queste settimane la nostra piccola comunità ha pulsato, ha dimostrato di credere in se stessa, in questo piccologrande progetto
di vita. Guardo la mia insostituibile compagna di viaggio e so
esattamente cosa prova, in un'occhiata c'è tutta la felicità
dell'anno passato, l'attesa di domani, dell'avventura che inizia, col
suo odore di erba appena tagliata, il suo gusto di mattina appena
sorta e pronta per essere attraversata, magari con ai piedi un paio
di stivaletti e con a fianco nostri cuccioli, compagni in questo
cammino. Quel peso che sento nella pancia, allora, forse, è quello
di un seme che sta per germogliare, seme che esplode con tutta la sua
potenza, con la sua vita, imperiosa, che cerca soltanto di esistere.
Mi
sento tanto grata a tutti coloro che hanno buttato qualche giornata o
anche solo qualche ora di questo ultimo goccio d'estate nella rimessa
a nuovo di serendipità, perché hanno creduto con noi che fosse
importante per i nostri piccoli semi, i nostri figli, trovare un
terreno bello, curato, ricco d'amore in cui affondare le radici
prima
di lanciare i propri rami lontano
alla
ricerca del cielo
grazie
veronica
Che belle queste riflessioni. Se tutti gli insegnanti provassero solo una piccola parte di quello che hai scritto te, i nostri cuccioli, avrebbero il piacere di imparare ed una voglia matta di andare a scuola. Buon volo Veronica da nonna Marisa (nonna di due dolcissimi cucciolini, ognuno con il suo carattere ma ognuno unico) e guarda che tra poco diventerò nonna Papera, per la scuoletta, con i suoi dolci messi fuori della finestra a raffreddare e poi da mangiare con tutti loro
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