Che cos'è un momento di pausa?
Quale gioia inaspettata vi può regalare?!
Avete mai pensato che i bambini ci osservano
molto più di quanto pensiamo, e desiderano davvero profondamente che ogni
attimo vissuto con noi adulti, loro punti di riferimento, sia una condivisione
intensa e rilassante?!
A me è arrivato questo dono al Lilliput, una
mattina unica come le altre, perché ognuna tassellata di momenti vari,
“alti-bassi” come usiamo dire, o meglio semplicemente diversi, più o meno armoniosi, complessi, rumorosi,
dinamici, quieti, agitati, caotici, sereni, entusiasti, gioiosi, nostalgici ecc
… E poi bisogni, relazioni ed esperienze sempre nuove, se tutti i nostri sensi
sono ben attenti a cogliere le “ vocine” e i gesti di quelle creaturine,
intente ad espandere il loro mondo interiore:
la conquista, attimo dopo attimo, di un centimetro in più della realtà “materiale”
esteriore, dal loro corpo fino all'ambiente in cui si trovano.
Quasi mezzodì, un pensiero richiama la mia attenzione,
furtivo si intrufola e prende il sopravvento tra qualche lamento o manina che
mi tira a sé richiedendo attenzione o aiuto; assecondo quelli urgenti e dico: “Un attimo bambini, mi son ricordata
che dovevo prendere una medicina! “. Così, velocemente, mi dirigo in cucina e,
nella fretta di fare il prima possibile, verso delle gocce del mio antibiotico
naturale in un bicchiere d’acqua e ne bevo. Sì, faccio frettolosamente, perché
vorrei tornare al fulcro dell’ambiente con i bambini il prima possibile, pur
consapevole che non ne sono fuori.. però
sento come un pochino di disagio, come se ad ascoltare una mia esigenza
sottraessi del tempo ed attenzione alle loro, nonostante di impellenti
ovviamente non ve ne erano in quel momento. Quando, ad un tratto, una vocina
dietro di me, quella di C. (una bambina di circa due anni) mi chiede curiosa: “
Che fai?”. Le rispondo, e lei, con la più accogliente e disarmante dolcezza, mi
invita: “Mari, seduta… qui… bevi!”. Con la sua simpatica incompleta sintassi,
mentre lei si sedeva, mi faceva gesto di prendere posto accanto a lei su quella
che per noi è come una panchina speciale, niente di meno che un gradino un poco
alto che, dalla stanza principale, tramite corridoio, conduce al bagno. Uno di
quegli ostacoli dell’ambiente al Lilliput che, non di rado, fanno preoccupare alcuni
genitori.
In realtà tali ostacoli sono presenti ovunque
e quotidianamente fuori dalle nostre, per certi versi, “snaturate” case e, in barba alle nostre
paure e ansie di protezione, aiutano, invece, i bambini nella conquista delle
abilità motorie e dell’autonomia, istinto primordiale di crescita ed
evoluzione. (Piuttosto che evitare o nascondere un ostacolo che prima o poi
incontreranno, preferiamo armarci di amorevole pazienza e dedizione, per
dotarli di tutti gli strumenti necessari ad affrontare la realtà.)
Quella seduta non convenzionale appare ai miei
occhi (e non solo ai miei) come un posto d’onore, un ostacolo “amico” che
forse, rispetto a seggioline, tappeti o pavimenti, offre ancor più intimità e,
nello stesso tempo, visione d’insieme della sala centrale, divisa negli angoli
montessoriani.
C.,
forse attratta anche lei da quella postazione magica, mi ha esortata a dare la
giusta importanza al mio gesto e al momento che mi stavo concedendo,
trasformando il mio appuntamento con l’antibiotico in un momento speciale,
come se stessi assaporando una fumante
tisana e così condividere insieme a lei e agli altri il benessere che ne
scaturiva. Il suo invito ad ascoltare e
valorizzare quel momento è stato come uno “schiaffo”– che dico, una carezza! –
al mio disagio. “Goditi questo momento, siediti comoda, qua con me!” sembrava insegnarmi
la mia amica.
Grazie C.! E grazie anche al piccolo G. che, affascinato
nel vederci così serene, sedute sulla panchina d’onore, ha interrotto un suo
momento di nervosismo e si è avvicinato, aggiungendosi alle due allegre comari
di Lilliput.
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