Serendipità è ciò che avviene quando si trova una strada mentre se ne cercava un'altra.
Educazione incidentale è la declinazione pedagogica di questo concetto.
Ovvero, sfruttare eventi che avvengono e si presentano spontaneamente, senza che vengano cercati e che divengono trampolini di lancio per ricerche, studi, osservazioni e lezioni.
Che altro non è quello che avviene nella vita.
Alzi la mano chi procede nella propria vita per programmazioni e riesce ad uscirne vittorioso, chi affronta la propria esistenza per unità o per argomenti divisi in compartimenti stagni.
La vita E' un processo continuo di educazione incidentale.
A serendipità convivono bambini di diverse età, in un ventaglio compreso dai 3 ai 9 anni.
Tutti assieme, senza distinzioni.
Ogni fascia ha il suo spazio specifico, con risposte nell'ambiente e nei materiali in grado di rispondere ai bisogni specifici di ciascuna fase di sviluppo psico-fisico infantile, ma poi il movimento di ciascuno è fluido e libero.
I bambini non creano gerarchie, nè differenze.
Non esiste il bullismo da noi, nè l'esclusione, nè l'isolamento sociale.
Le relazioni sono dinamiche e i comportamenti pro-sociali seguono un andamento di crescita esponenziale giorno dopo giorno.
E' dall'inizio dell'anno che i bambini più grandi tengono abitualmente lezioni per i più piccoli, ma da qualche giorno è stata ufficialmente aperta la prima elementare.
Una bambini di 7 anni in assemblea ne ha annunciato l'apertura ;"da oggi aprirà ufficialmente la prima elementare, siete tutti invitati!".
Hanno risposto all'appello in parecchi, dai piccoli di 3 in su.
I bambini hanno organizzato le discipline da insegnare e i rispettivi maestri, hanno costruito quaderni per tutti e provveduto a creare un registro.
Tempo un'ora e la prima elementare è iniziata, il modulo di iscrizione non è necessario in questa scuola nella scuola, neanche l'iscrizione digitale al miur, basta alzare la mano.
Le maestre hanno deciso di iniziare con una lezione di italiano.
I bambini si sono seduti sui banchi, è stato fatto l'appello ed è iniziata la proposta. Dinamica, coinvolgente e calata su ciascun bambino. Ad ognuno è stata proposta un'attività tenendo conto dell'età e del livello di competenze personali. Poi sono stati preparati eserciziari a mano dalle maestre per allenarsi che tenessero conto dell'aspetto ludico e stimolante.
In due ore i bambini sono riusciti in maniera del tutto autonoma e non guidata a dare un ottimo esempio di cosa significhi lavorare sulla zona di sviluppo prossimale, di cosa si intenda per peer education e cooperative learning.
Il risultato? Coinvolgimento, concentrazione, silenzio, serenità e il giorno dopo tutti sono tornati pregando di rifare subito lezione.
Il più bel risultato che una scuola può ottenere è quello di essere amata e i bambini in questo sono degli ottimi maestri su come fare.
Educazione incidentale è anche cogliere le occasioni che si presentano nel mondo e portarle nella scuola.
Come scrivere ad un poeta che si stima tantissimo e sarà ospite nella propria città per proporgli di vivere una giornata con noi e sentirsi rispondere :"certo!".
Il poeta in questione è Franco Arminio e i bambini già lo conoscevano per via di un suo libro di poesie per l'infanzia che era presente a scuola.
Educazione incidentale è decidere di scrivere un libro di poesie in suo onore e trascorrere così una mattinata intera con musica jazz in sottofondo.
Educazione incidentale è trovarselo in assemblea muto.
Ma come un poeta muto?!
E cercare un modo per farlo parlare, provando ad interpretare il suo ricco silenzio.
Liberata la voce, il poeta dona una storia ai bambini e i bambini una a lui.
Lui racconta recitando Barbablu e noi recitiamo raccontando Sorcetto e Salsiccia, una fiaba marchigiana.
Franco fa il poeta, il paesologo ma anche il maestro, passa tutta la giornata con noi e dice che ogni scuola dovrebbe esser così.
Lo portiamo da Domenica, la nostra vicina ed educazione incidentale è piantare basilico con lei che ci insegna un trucco abruzzese per farlo al meglio .
Educazione incidentale è trovare uno scorpione e scoprire che Salif, il maestro che viene dal Mali, sa come prenderlo senza farsi pungere. Conosce il linguaggio segreto degli scorpioni, del coraggio, della tolleranza e dell'amore. E ci parla della sua terra e degli scorpioni grandi come gatti.
Questa è educazione incidentale.
Questa è una giornata qualunque a Serendipità.
Questo è quello che fanno i bambini.
Questo è il nostro modo per trasmettere loro fiducia, bellezza, poesia e libertà.
La mia isola che non c'è a Serendipità c'è...
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