lunedì 27 gennaio 2014

post-workshop

"cos'è una scuola libertaria?"
" ma i bambini che la frequentano poi saranno dei disadattati?
" come gestite la relazione più difficile, quella con i genitori?"
" intelligenze multiple?"
" e il rischio?"


Queste e tante altre, le domande che hanno trovato risposta durante questi due giorni dedicati al primo workshop teorico-esperenziale sull'educazione libertaria.
Lo splendido clima che si è instaurato ha poi fatto il resto.
24 partecipanti, provenienti da tutte le marche.
24 storie diverse, ma con un unico denominatore comune: la voglia di cambiare, la consapevolezza di esser giunti al limite. Come insegnanti di scuola statale, come genitori, come professionisti che ruotano attorno al mondo scolastico.
Sono stati due giorni splendidi, dove non è prevalsa la voglia di attaccare la scuola e mettere in evidenza ciò che non va, ma quella di cercare nuove soluzioni e alternative per creare un presente e un futuro umanamente più sostenibile ai nostri figli.
24 persone, uomini e donne che hanno ascoltato profondamente, che si sono aperti con fiducia mettendo a nudo le loro fragilità.
2 giorni per i quali ci sentiamo di ringraziarvi dal primo all'ultimo, per ciò che siete, per la capacità di aprirvi, per averci abbracciate e dato forza per continuare sulla nostra strada, per aver apprezzato i nostri sacrifici, per averci regalato ossigeno puro in un weekend di lavoro, per esservi messi in gioco anche quando il fango arrivava alle ginocchia :)
E allora c'è speranza che le cose cambino, le persone sono sature di notizie negative, di capri espiatori, di carnefici, forse che questo momento di crisi abbia fatto capire che la nostra vita è solo in mano a noi? Che abbiamo la possibilità di azione nel mondo, il nostro? Io credo proprio di sì.
Concludo con una piccola citazione, un monito a chi crede che esistano ricette, formule e metodi magici, un inno alla diversità.

" La pedagogia così com'è io la leverei. Ma non ne sono sicuro. Forse se ne faceste di più si scoprirebbe che ha qualcosa da dirci. Poi forse si scoprirà che ha da dirci una cosa sola. Che i ragazzi son tutti diversi, son diversi i momenti storici e ogni momento dello stesso ragazzo, son diversi i paesi, gli ambienti, le famiglie. Allora di tutto un libro basterebbe una pagina che dicesse questo e il resto si potrebbe buttar via"
Scuola di Barbiana " Lettera a una professoressa"

Emily


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