giovedì 11 dicembre 2014

Siediti a bere con me!


Che cos'è un momento di pausa?
Quale gioia inaspettata vi può regalare?!
Avete mai pensato che i bambini ci osservano molto più di quanto pensiamo, e desiderano davvero profondamente che ogni attimo vissuto con noi adulti, loro punti di riferimento, sia una condivisione intensa e rilassante?!       
A me è arrivato questo dono al Lilliput, una mattina unica come le altre, perché ognuna tassellata di momenti vari, “alti-bassi” come usiamo dire, o meglio semplicemente diversi, più  o meno armoniosi, complessi, rumorosi, dinamici, quieti, agitati, caotici, sereni, entusiasti, gioiosi, nostalgici ecc … E poi bisogni, relazioni ed esperienze sempre nuove, se tutti i nostri sensi sono ben attenti a cogliere le “ vocine” e i gesti di quelle creaturine, intente ad espandere il loro mondo interiore:  la conquista, attimo dopo attimo, di un centimetro in più della realtà “materiale” esteriore, dal loro corpo fino all'ambiente in cui si trovano.
Quasi mezzodì, un pensiero richiama la mia attenzione, furtivo si intrufola e prende il sopravvento tra qualche lamento o manina che mi tira a sé richiedendo attenzione o aiuto; assecondo quelli urgenti e  dico: “Un attimo bambini, mi son ricordata che dovevo prendere una medicina! “. Così, velocemente, mi dirigo in cucina e, nella fretta di fare il prima possibile, verso delle gocce del mio antibiotico naturale in un bicchiere d’acqua e ne bevo. Sì, faccio frettolosamente, perché vorrei tornare al fulcro dell’ambiente con i bambini il prima possibile, pur consapevole  che non ne sono fuori.. però sento come un pochino di disagio, come se ad ascoltare una mia esigenza sottraessi del tempo ed attenzione alle loro, nonostante di impellenti ovviamente non ve ne erano in quel momento. Quando, ad un tratto, una vocina dietro di me, quella di C. (una bambina di circa due anni) mi chiede curiosa: “ Che fai?”. Le rispondo, e lei, con la più accogliente e disarmante dolcezza, mi invita: “Mari, seduta… qui… bevi!”. Con la sua simpatica incompleta sintassi, mentre lei si sedeva, mi faceva gesto di prendere posto accanto a lei su quella che per noi è come una panchina speciale, niente di meno che un gradino un poco alto che, dalla stanza principale, tramite corridoio, conduce al bagno. Uno di quegli ostacoli dell’ambiente al Lilliput che, non di rado, fanno preoccupare alcuni genitori.
In realtà tali ostacoli sono presenti ovunque e quotidianamente fuori dalle nostre,  per certi versi,  “snaturate” case e, in barba alle nostre paure e ansie di protezione, aiutano, invece, i bambini nella conquista delle abilità motorie e dell’autonomia, istinto primordiale di crescita ed evoluzione. (Piuttosto che evitare o nascondere un ostacolo che prima o poi incontreranno, preferiamo armarci di amorevole pazienza e dedizione, per dotarli di tutti gli strumenti necessari ad affrontare la realtà.)
Quella seduta non convenzionale appare ai miei occhi (e non solo ai miei) come un posto d’onore, un ostacolo “amico” che forse, rispetto a seggioline, tappeti o pavimenti, offre ancor più intimità e, nello stesso tempo, visione d’insieme della sala centrale, divisa negli angoli montessoriani.
 C., forse attratta anche lei da quella postazione magica, mi ha esortata a dare la giusta importanza al mio gesto e al momento che mi stavo concedendo, trasformando il mio appuntamento con l’antibiotico in un momento speciale, come  se stessi assaporando una fumante tisana e così condividere insieme a lei e agli altri il benessere che ne scaturiva. Il  suo invito ad ascoltare e valorizzare quel momento è stato come uno “schiaffo”– che dico, una carezza! – al mio disagio. “Goditi questo momento, siediti comoda, qua con me!” sembrava insegnarmi la mia amica.

Grazie C.! E grazie anche al piccolo G. che, affascinato nel vederci così serene, sedute sulla panchina d’onore, ha interrotto un suo momento di nervosismo e si è avvicinato, aggiungendosi alle due allegre comari di Lilliput.

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