giovedì 14 novembre 2013

Auf Wiedersehen Kapriole

Ultimo giorno a Kapriole.
Arrivo alle ore 9:00.
Non riesco a trovare nessuno.
La scuola dei grandi è chiusa, tutto spento.
Che mi abbiano dato qualche informazione ieri alla quale ho annuito sorridendo come faccio spesso senza capire?!?
Per fortuna incontro Natalie, l'insegnante di sostegno.
Mi spiega che sono tutti in aula grande ( la palestra), e stanno facendo l'assemblea.
Mentre appendo la mia giacca lungo il corridoio, vengo travolta da una mandria di ragazzini che escono dalla suddetta aula.
Bonjour tristesse....
Niente assemblea, e che racconto agli italiani?
Invento una balla? O racconto la verità?  Ovvero che ho fatto tardi per andarmi a comprare un bretzel di nascosto nel forno delle meraviglie?!
Incontro la mia coinquilina 14enne, le chiedo cosa si sono detti ( una chance per bluffare di aver partecipato..), mi spiega che l'assemblea obbligatoria è terminata, ma ora prosegue quella facoltativa.
Si discuterà degli ordini del giorno proposti dai bambini e dai ragazzi, e chi parteciperà potrà dire la propria, votare, cambiare regole e introdurne di nuove.
E chi non partecipa?! subisce le decisioni prese dagli altri.
" la libertà non è star sopra un albero//non è neanche il volo di un moscone// la libertà non è uno spazio libero// libertà è partecipazione"
Naturalmente i bambini leggono prima l'ordine del giorno delle proposte e se ci sono cose che a loro interessano direttamente rimangono senza ombra di dubbio.
Ad esempio oggi si parlava di :
- giochi sul computer
- un ragazzo aveva proposto di fare cocktail al bar che stanno costruendo
- trovare una maniera per blindare il bagno delle bambine perchè dei maschi sbirciano
E poi sinceramente mi sono persa... oggi non avevo nessun traduttore ed ho cercato di capire come potevo.
Ma aldilà delle parole altre cose sono state molto più importanti e più di ieri oggi mi è stato utile il consiglio di C., " non bisogna capire, bisogna guardare".
L'assemblea era interamente gestita da bambini e ragazzi.
Un'insegnante seduta da una parte rivestiva il ruolo della segretaria, dattilografa, scrivendo e riportando i discorsi dei ragazzi e i risultati delle votazioni.
Una ragazza di 15 anni faceva la moderatrice.
Teneva sotto controllo i turni di parola, riepilogava quello che era stato detto e procedeva con la valutazione.
Chi voleva parlare alzava la mano, e anche se doveva aspettare 10 minuti non manifestava insofferenza in nessuna maniera.
Nessun discorso è mai stato interrotto.
Nessuno ha mai litigato.
Ho osservato stupita, cercando di ripescare dalla mia memoria interna riunioni, assemblee, incontri.
Bhè, con estrema fatica sono riuscita a trovarne uno, e credo anche che la fantasia abbia fatto il suo bel lavoro...
Inizio ad aver fame, vado in cucino. Spizzico un pò di mela e mi faccio una tazza di thè.
Mi faccio un giro tra le varie stanze.
Sbircio dei materiali di matematica e italiano da ricopiare.
Seguo un pò la lezione di teatro.
Mi fermo alla lezione di inglese, partecipo anche io.
La lezione è in cucina, l'insegnante prepara ai bambini il vin brulè dei minorenni.
Succo di uva, spremuta di arancia, cannella. Una delizia.
Il tutto naturalmente in inglese !!
La lezione pian piano va scemando, suona un gong. Tutti corrono a prendere ramazze, svuotare cestini, pulire i tavoli, sistemare i giochi.
Tra poco si mangia e tutto va messo in ordine.
Oggi mangio con il mio amico-traduttore-tirocinante Alex.
Finalmente riesco a fare due parole, si aggiunge Elsa, altra tirocinante francese, disquisiamo di educazione e scuola davanti ad un piatto di spaghetti incollati con ragù di tofu.
Li invito in Italia, se non per vedere la scuola, quantomeno per mangiare degli spaghetti....
Sfoggio le mie capacità linguistiche saltando da una lingua all'altra con la nonchalance di una scimmia ubriaca e bendata.
Ma questo era solo l'inizio, la mia giornata si concluderà parlando di latino in inglese con una cinese....

Ore 14:00
Riunione dei genitori.
Oggi la scuola apre le porte a tutti i genitori interessati a conoscere la scuola per iscrivere i propri figli.
Vengono accolti nel teatro dei grandi.
Viene mostrato loro un documentario.
Poi si passa alle presentazione, alle domande ed al dibattito.
Nel frattempo arriva Nazzarena, la mia mamma adottiva italiana, è qui perchè ci sono due genitori italiani che vorrebbero mandare il loro figlio e hanno bisogno di una traduzione.
Così riesco a capire tutto anche io .

Vorrei rispondere al genitore che oggi ha chiesto "come escono i bambini da questa scuola?!", facendogli notare, se per qualche bizzarro motivo non se ne fosse accorto, che dei ragazzini tra gli 11 e i 15 anni stanno dirigendo l'incontro.
Che rispondono alle domande degli adulti con serenità, con un ricco linguaggio e con una forte sicurezza in se stessi.
Ripenso a me alla loro età, se fossi stata chiamata a parlare davanti a 50 adulti che mettono in discussione la mia scuola e pertanto la mia vita, forse sarei scoppiata a piangere, o forse dopo esser diventata paonazza avrei abbozzato un sorriso e risposto in maniera del tutto fuori luogo.
Ripensandoci bene, potrebbe verificarsi lo stesso anche ora che ho 26 anni.
E allora com'è possibile che questi ragazzini siano così?
E non si tratta di un caso sporadico, perchè sono in parecchi dentro l'aula.
Forse perchè vivono un ambiente che non li opprime ma li libera?
Che non li mette a tacere ma li ascolta?
Che riconosce i loro talenti e permette loro di esplorarli, approfondirli e trarne la stima di se stessi?
Forse, ma sono solo ipotesi....

Concludo con una breve considerazione.
Le domande che facevano i genitori oggi, non erano poi così lontane da quelle che ci pongono spesso i genitori, anzi, molte erano proprio le stesse!
E questo a mio avviso significa che Kapriole non è frutto di una coscienza collettiva tedesca che accoglie, che è aperta e libertaria.
Bensì che Kapriole è il frutto di adulti che si impegnano, parlano, discutono, soffrono, e si meravigliano.
E questo significa anche che ciò è possibile, ovunque.
Quindi che aspettiamo?!
Io ho ancora moltissime cose da raccontare, da narrare.
Non vedo l'ora di rientrare nella nostra piccola, cara, amata cittadina dalla mentalità forse bigotta ma dal cuore grande, che sono certa saprà trovare un posticino anche per Kapriole.



















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