venerdì 1 novembre 2013

la festa delle zucche piene

- "Bambini sapete che venerdì la scuola sarà chiusa?"
- " Si, perché è Halloween".
- " E che festa è Halloween?"
- " ci si traveste e si fa dolcetto o scherzetto"
- " E poi '"
- "............"
- " Qualcuno sa cosa si festeggia?"
- " .........."
- "Bene, ora proviamo a spiegarvelo "


Questo è il dialogo intercorso lunedì tra noi e i bambini prima di decidere come gestire la festa di Halloween.
Il primo passo è stato l'esplorazione delle loro conoscenze ingenue.
Aldilà dei luoghi comuni nessun bambino era consapevole di cosa fosse veramente la festa di Halloween, poco male.
Uno dei pilastri valoriali della nostra scuola e dell'approccio educativo che utilizziamo è quello del senso delle cose.
Appurato che i bambini non sapevano assolutamente quale fosse il senso di Halloween, il lavoro che abbiamo fatto questi giorni è stato quello di trovarne uno comune, da condividere, da festeggiare assieme, che avesse un significato profondo per tutti, in grado di consentire la riflessione e la crescita.

La nostra scelta è stata quella di andare al cuore, di festeggiare i morti.
La festa dei morti, olè !! e lo sdoganamento di uno dei tabù portanti della nostra società.
La morte è un discorso delicato per i bambini, molti dicono.
Meglio posticiparlo a quando saranno grandi, dicono altri.
Oppure travestirlo da viaggi, sostengono molti.
"Nonno, è andato in cielo", "il gatto è scappato, chissà quando tornerà".
Ma mai, e dico mai, pronunciare la fatidica sentenza. "E' morto".
Troppo difficile da digerire.
Ne siamo sicuri ?!? Assolutamente certi che sia meglio rimandare il discorso a quando saranno più "adulti"?
E un adulto cresciuto nel tabù della morte siamo certi che riuscirà ad accettarla?

In molte società i bambini non sono tenuti lontani dalla morte, al contrario, assistono a veglie funebri, ad uccisioni di animali, ecc..
La morte come la nascita, un ciclo, e il dolore affrontato dalla comunità, che si stringe attorno a chi non c'è più.
E il funerale? Una festa !
A noi questa visione della vita e della morte piace molto, crediamo sia la più naturale, la più libera da sovrastrutture culturali.

E quindi festa dei morti sia, niente Halloween, niente dolcetti né zucche vuote, ma teste piene di ricordi e cuori aperti ad accogliere.
3 giorni di festa.

1° giorno:
in cerchio introduciamo il discorso.
Raccontiamo loro di come Halloween sia una festa adottata, che viene da lontano.
Spieghiamo che preferiamo festeggiare la festa dei morti che abbiamo conosciuto da bambine, considerato che per noi Halloween non ha un gran significato.
(Ricordiamo che siamo in un ambiente educante, e noi esempi dei bambini. La nostra visione del mondo inevitabilmente li contagia. Fingere di festeggiare una festa vuota, crediamo che lasci passare il messaggio della vacuità delle cose, della povertà valoriale, e di una scarsa capacità di pensiero. Poi in famiglia ognuno deciderà se festeggiare o meno Halloween e se fare o meno lavoretti in serie...)
Torniamo al cerchio.
Raccontiamo loro le nostre conoscenze sulla festa dei morti in stile marchigiano.
Evidenziamo il fatto che sia un giorno in cui ricordare le persone care che non ci sono più, un giorno per andarle a trovare al cimitero, per onorarle.
Un giorno di ricordo, non di dolore.
Un giorno felice, forse un po' nostalgico.
Chiediamo loro se hanno mai perso qualcuno.
Con molta serenità raccontano di nonni morti, di una sorellina che era nella pancia assieme a I. e che non è riuscita a nascere, ma anche di uccellini, gatti, tartarughe e perfino di un drago!
Proponiamo ai bambini di preparare un regalo ai nostri defunti, qualcuno propone un disegno, altri scendono nel campo a raccogliere fiori, c'è chi porta funghi, chi foglie e gusci di lumaca.
Improvvisiamo un altarino, dove mettere i nostri doni.

2° giorno
Il secondo è il giorno dedicato alla decorazione della scuola.
Niente pipistrelli per noi. Nessuna finta ragnatela né gatti neri alle finestre.
Niente fantasmi né mostri angoscianti.
Raccontiamo ai bambini che in un posto lontano come quello da dove viene Halloween, si festeggiano i morti con una grande festa. Il Messico.
Il Messico non è una provincia delle Marche no, ma ci sembrava un bell'esempio da fare per spiegare ai bambini come può essere possibile far sì che questa festa sia piena di gioia.
Parliamo dei teschietti di zucchero da mangiare, dei festoni, ma soprattutto dell'allegria che aleggia nell'aria.
Creiamo i nostri festoni, con carta colorata, matite, acquerelli, forbici e lane colorate.
La maestra fa anche i compiti a casa e dopo cena va ad un laboratorio sul Dia de los muertos.
Ringraziamenti ufficiali per Delia Segattini, grazie a lei ora a Serendipità i papel picado ( i famosi centrini di carta) non hanno più segreti, e grazie al Glue Lab e al margarita offerto per entrare meglio nel ruolo... Cogliamo l'occasione per invitare i genitori al laboratorio dl margarita dei morti, da accompagnare alle fave, per venerdì sera alle 24:00 nel campo antistante la scuola ;)

3° giorno
I festoni ci sono, i regali pure, è ora di festeggiare.
Terminiamo il nostro altarino, mettiamo candeline galleggianti in ciotole piene d'acqua, incensi, pane e fiori colorati.
Ci autoproduciamo abiti colorati con la carta, suoniamo, balliamo e poi...facciamo anche i seri.
Ci stringiamo attorno al nostro colorato e improbabile altare.
Proponiamo ai bambini di fare un momento di raccoglimento.
Il delicato suono del triangolo scandirà l'inizio e la fine del silenzio.
tin, tin, tin. Occhi chiusi. Vento tra le foglie. Profumo di incenso che avvolge la nostra quiete.
3 minuti.
tin, tin, tin. Occhi aperti Ci guardiamo.
" Come state bambini?"
Stanno tutti così bene che chiedono di ripeterlo.
M. approfitta del secondo silenzio e degli occhi chiusi per rubare il pane offerto ai morti.
Scoppiamo in una risata, in effetti abbiamo un po' fame anche noi, è ora di pranzo.
Prima di sciogliere il cerchio ci confrontiamo.
Nessun morto è venuto a trovarci, per quanto avessimo evidenziato il cammino con i festoni colorati, la musica, gli incensi.
Però qualcuno ha visto un nonno quando aveva gli occhi serrati, qualcun altro si è ricordato della tartaruga. E sono stati felici, nessuna paura né tristezza.
Giungiamo ad una conclusione importante, possiamo ricordare chi è scomparso in qualsiasi momento dentro di noi. Nello spazio tra il silenzio e il cuore.
tin, tin, tin...tumtum, tumtum,tumtum....
Dopo pranzo facciamo delle interviste ai bambini.
Un momento dedicato per sentire il loro punto di vista, come hanno vissuto questi giorni e come si sono sentiti.

Sono stati dei bei giorni.
Ricchi di significato, per tutti.
Con la speranza che questi bimbi siano degli adulti in grado di ricordare, di non dimenticare, di vivere la propria vita appieno.
Che possano formarsi una propria idea di aldilà, come meglio credono.
Che sappiano che la morte viene affrontata in moltissime maniere, le più svariate, e che siano rispettosi di tutte le diversità.
Che possano imparare a gestire il dolore della perdita, perché non si è mai troppo piccoli per conoscere la vita che è fatta anche di morte.
Che tutti gli adulti che sono stati a fianco di questi bambini negli ultimi 3 giorni ne abbiano tratto una profonda riflessione, maestre comprese.
piccoli grandi insegnanti di piccole grandi fragilità, a voi l'attribuzione dei soggetti.
Con la speranza di un futuro più ricco di significato, buona festa dei morti a tutti.









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